Statistiche alla mano, pronta la risposta della Cgil siracusana, per voce del segretario generale provinciale Paolo Zappulla, ad alcuni esponenti del Governo Letta, che trionfalmente, hanno parlato, negli ultimi giorni,  di ripresa economica del Paese. L’uscita dalla crisi, sembra molto lontana, specie nel nostro territorio secondo i dati sciorinati dal sindacalista. Anzi la situazione sembra degenerare di settimana in settimana, con una progressiva perdita di posti di lavoro in tutti i comparti. Essendo ottimisti, una schiarita, si potrebbe prevedere per la fine del 2014. Bisognerà , dunque , stringere i denti e rimboccarsi le maniche, specie la classe dirigente, che fa della crisi il cuscino sul quale poggiare l’inerzia che la caratterizza ad ogni livello. Zappulla, fornisce una dettagliata panoramica dell’attuale situazione occupazionale nella sottostante tabella riassuntiva, comparto per comparto :

  • il settore edile è in caduta libera, da Gennaio a Luglio 2013 le ditte in attività sono state 1096 mentre i lavoratori attivi sono stati 4950; nel 2010, quindi già nel pieno della crisi, la situazione era notevolmente diversa, 1597 imprese e 9350 operai attivi. Come si può vedere in meno di 3 anni abbiamo perso 501 imprese e 4400 lavoratori, un vero e proprio disastro. In considerazione della condizione di stallo sulle gare di appalto aggiudicate, che ad oggi sono 282 rispetto alle 333 del 2010, possiamo  già affermare che nel 2014 non è prevedibile alcun miglioramento della situazione;
  • Il settore industriale nello stesso periodo ha visto una diminuzione di 700 unità fra i lavoratori diretti e di circa 2000 nell’indotto, metalmeccanico e non. Di questi il 60 % godono ancora di varie forme di ammortizzatori sociali, che sono però il preludio al licenziamento. La stagione delle grandi fermate per le manutenzioni straordinarie degli impianti, che è iniziato a Febbraio 2013 e che si concluderà nel primo trimestre del 2014, sta dando un sollievo temporaneo alla grave crisi occupazionale e comunque si è rivelata insufficiente al reimpiego di quanti hanno perso il lavoro negli ultimi anni, cosicchè continuano a rimanere senza lavoro gli ex Siteco, ex Progema, ex Man e altre centinaia di lavoratori metalmeccanici di questa provincia. E’ del tutto evidente che, finite le grandi fermate e in mancanza dell’avvio di nuovi investimenti, la situazione ridiventerà pesantissima, con l’aggravante di non poter utilizzare gli ammortizzatori sociali di lunga durata che la riforma Fornero ha cancellato.

La mancanza di reddito per migliaia di famiglie ha determinato l’impoverimento dell’intero territorio, con inevitabili conseguenze per il terziario, primo tra tutti il settore del commercio, che ha visto la chiusura di centinaia di attività piccole, medie e grandi. Da questo settore sono arrivati altri posti di lavoro in meno, che si chiamano Aligrup, Romano Legno mercato, e tante altre attività che hanno chiuso i battenti nei centri urbani.

Non stanno meglio gli altri settori produttivi, in primis l’agricoltura, mentre il turismo vive una situazione di stagnazione, in quanto non riesce a darsi un progetto di ampio respiro che destagionalizzi il settore, puntando al turismo culturale e congressuale, congeniale al nostro territorio per le condizioni climatiche e per il grande patrimonio storico, culturale e paesaggistico di cui dispone.

Rimangono irrisolte alcune grandi vertenze di carattere regionale che attengono il lavoro nella pubblica amministrazione e che riguardano centinaia di lavoratori e di famiglie siracusane, penso ai precari delle pubbliche amministrazioni, ai forestali e alla formazione professionale, per i quali non si è ancora individuata alcuna soluzione che garantisca continuità lavorativa e retributiva.

Mentre il territorio precipita nella povertà, la politica continua ad occuparsi d’altro; il tema del lavoro non riesce a diventare una priorità per la classe dirigente di questo territorio, e le forze produttive, sindacali e sociali hanno perso gli interlocutori, dentro e fuori il territorio.

In passato c’erano i luoghi istituzionali nei quali affrontare questi problemi e coinvolgere partiti e parlamentari; adesso non c’è più la Provincia, non c’è l’ASI, non ci sono partiti autorevoli e rappresentativi; con il ricorso continuo al commissariamento degli enti, messo in atto da Lombardo prima e Crocetta adesso, i luoghi delle decisioni sono stati spostati fuori dal nostro territorio, espropriandolo anche dei luoghi della elaborazione progettuale, del confronto e della coesione sociale.

Se dovesse andare in porto il progetto di riordino degli enti locali in Sicilia, così come ipotizzato dallo studio del Governo Regionale, avremmo la creazione di 3 grandi aree metropolitane e 3 liberi consorzi comunali che sancirebbero la definitiva cancellazione della identità economica e produttiva, oltre che geografica, della provincia di Siracusa. Si creerebbe la paradossale situazione che a decidere il che fare a Targia o a Città Giardino, debba essere Catania e non Siracusa. Consegnando, per esempio, il tema delle bonifiche della zona industriale e del porto di Augusta ad un ceto politico lontano dai problemi e dalle esigenze dei cittadini e dei lavoratori di questo territorio.

Anche questo dà la conferma di quanto siamo messi male e della poca autorevolezza e incisività della Politica siracusana.

Malgrado un quadro, economico e politico, drammatico noi pensiamo che ci sono ancora le condizioni per invertire la tendenza al declino economico e sociale del nostro territorio.

Occorre però un colpo d’ala della classe dirigente in grado di dare la scossa all’economia  provinciale. E bisogna farlo adesso, perchè domani potrebbe essere troppo tardi.

D’altra parte, i tempi nei quali le scelte del governo potranno avere effetti positivi sono troppo lunghi, né possiamo aspettare che riparta tutta l’Europa e il resto del paese per vedere qualche segnale di miglioramento anche a Siracusa. Ammesso che tutto questo avvenga, Noi potremmo apprezzarne gli effetti in tempi differiti e insopportabilmente lunghi. Non ce lo perdonerebbero le migliaia di persone che hanno perso il lavoro e le migliaia di giovani che non hanno ancora conosciuto il lavoro.

La scossa può venire quindi dalle iniziativa che dipendono da Noi e dalla nostra capacità di incidere, ed in particolare dallo sblocco di alcuni grandi progetti, che hanno già certezza di finanziamento, che guardano al settore delle costruzioni e al settore industriale; investimenti che possono dare lavoro a imprese e lavoratori, e che possono costruire le condizioni per una ripresa economica dell’intero tessuto produttivo provinciale.

Non dobbiamo inventarci nulla, occorre però puntare con determinazione su alcuni obiettivi:

  • Sblocco degli investimenti nella portualità, porto commerciale di Augusta e porto turistico di Siracusa;
  • lotti dell’autostrada SR_Gela e raddoppio strada CT-RG;
  • bonifiche dell’area industriale, autorizzazione progetto di 400 milioni dell’ENI per la diversificazione della chimica a Priolo;
  • rilancio di Punta Cugno come polo manifatturiero metalmeccanico per la cantieristica navale e l’offshore, cogliendo subito l’opportunità di realizzare a Punta Cugno la piattaforma Vega b.

Noi pensiamo che, attraverso queste opere, nel corso del 2014 si possa dare una risposta di lavoro stabile a circa 5000 persone, dando un segnale concreto di vitalità del territorio e dimostrando la nostra capacità di saper mettere a frutto le opportunità di cui disponiamo e di poter attrarre nuovi investitori in tutti i settori produttivi.

 ZAPPULLA

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