gianpaolo-miceliSi tiene oggi, presso la sala riunioni della CNA di via Trapani, un importante incontro sul trasferimento d’impresa con la partecipazione di Giovani, Pensionati, della direzione di IPSOS e della rappresentanza politica nazionale.

L’incontro prevedrà tre momenti essenziali: una analisi dello stato del trasferimento d’impresa visto da rappresentanti dei Giovani Imprenditori e dei Pensionati, la presentazione dell’indagine svolta da IPSOS a cura del dott. Andrea Alemanno (Group Director dell’Istituto diretto da Nando Pagnoncelli) ed un dibattito con rappresentanti della deputazione nazionale e regionale sulle proposte avanzate dalla confederazione.

 

In Italia e nel nostro territorio, come noto,  la famiglia ha tradizionalmente rivestito un ruolo importante nello start-up delle attività imprenditoriali. La famiglia, infatti, ha rappresentato non solo un importante veicolo di risorse finanziarie, competenze e relazioni, ma anche un potente fattore di instradamento vocazionale.

 

Il radicato familismo di molte piccole imprese italiane costituisce, tuttavia, un forte vincolo al momento del passaggio generazionale, quando la priorità attribuita ai legami familiari influisce sulla sopravvivenza  dell’attività e sulle sue performance. In assenza di una successione familiare, la probabilità di chiusura dell’impresa diventa molto seria. I dati dicono che soltanto il 50 per cento delle imprese familiari italiane arriva alla seconda generazione e il 15 per cento alla terza. L’instradamento vocazionale operato dalla famiglia , in altri termini, si fa sempre più raro. Il passaggio generazionale costituisce, tra l’altro, un problema di fronte al quale si troveranno, nel breve-medio termine, numerose aziende, dato che attualmente il 53 per cento delle imprese familiari del nostro Paese è guidato da persone che hanno più di sessant’anni di età. Di queste, tuttavia, l’80 per cento non ha ancora designato un successore, il 60 per cento non ha elaborato alcun piano di successione e il 42 per cento non ha neppure un piano d’emergenza.

 

È indubbio che le difficoltà successorie delle piccole imprese potrebbero costituire un notevole freno allo sviluppo del sistema produttivo complessivo, già ampiamente provato dal perdurare di una crisi economica le cui proporzione sono chiaramente destinate ad affermare profondi cambiamenti anche in ordine agli schemi competitivi sin qui conosciuti.

 

Proprio per questo motivo la CNA, sviluppando una sinergia virtuosa tra le rappresentanze interne  dei pensionati e dei giovani, ha inteso avviare una attenta ad approfondita riflessione sulla questione strategica della trasmissione generazionale. La piccola impresa rappresenta il cuore pulsante del tessuto economico, sociale e culturale del nostro Paese, un patrimonio materiale ed immateriale di inestimabile valore che occorre saper trasferire con intelligenza e lungimiranza alle generazioni chiamate a vivere la sfida del futuro. Del resto è da questa alchimia di tradizioni, saperi, passioni e identità che scaturisce la forza del Made in Italy, uno dei brand più conosciuti ed apprezzati nel mondo, una leva fondamentale per moltiplicare la capacità dei nostri prodotti di conquistare nuovi mercati e quindi nuovi consumatori.

 

Consapevole dell’importanza di continuare a garantire all’Italia questa linfa vitale anche nel prossimo futuro, la CNA si concentra sulla trasmissione d’impresa muovendo dal suo punto di vista di osservatore privilegiato del fenomeno arrivando alla formulazione di una ipotesi di lavoro da sottoporre al decisore politico.

I dati del territorio rispecchiano quasi fedelmente il dato nazionale con una piccola aggravante, l’età media di accesso al mondo del lavoro che per i giovani siciliani è più alta di quella del nord (22 anni al nord, 25/26 al sud) elemento che determina un ritardo nella formazione al lavoro dei giovani.

 

“È un momento che abbiamo voluto con forza – affermano Gianpaolo Miceli e Giuseppe Gianino rispettivamente coordinatore dei Giovani Imprenditori e presidente dei Pensionati di CNA – per proporre una soluzione anche normativa per agevolare il trasferimento di impresa e di competenza, pensiamo che defiscalizzando il trasferimento (dando anche l’opportunità all’artigiano cedente di operare un periodo di training con il giovane) si possa incentivare la conservazione di competenze e saperi altrimenti destinate a perdersi e con esse il relativo mercato e clientela. Puntiamo ad una semplificazione ed agevolazione del passaggio generazionale d’impresa. In pratica un autentico CONTRATTO DI GENERAZIONE che dia uno stimolo ai milioni di giovani orientati a fare impresa magari rilevandone una esistente. A questo, nel contesto territoriale siracusano e siciliano, aggiungiamo la necessità di aprire le porte degli enti regionali che erogano credito come CRIAS (artigianato), IRCAC (cooperazione,) IRFIS (Commercio e Industria) al trasferimento d’impresa rendendolo uno degli investimenti ammissibili e dando così le risorse finanziarie ai giovani a tasso agevolato”.

 

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