Gli interventi, di messa in sicurezza e riqualificazione, che renderanno transitabile il viadotto di Targia, nella sua interezza, potrebbero essere completati entro il 2015. Poche settimane fa, infatti, l’assessore comunale al ramo, Alessio Lo Giudice, assieme al dirigente del settore Lavori Pubblici e Nuove Opere dell’ente, Andrea Figura, accompagnati dall’architetto Biagio Bellassai, responsabile provinciale del Dipartimento della Protezione civile, si sono recati alla Regione, trovando ampia disponibilità istituzionale, per far inserire il progetto tra quelli finanziati nell’ambito dell’obiettivo 1.1.4.2 dei Po-Fesr 2007-2013, inerente la creazione di importanti vie di fuga in tutte le province dell’isola. “ Tra le quali l’infrastruttura siracusana – ha precisato l’assessore Lo Giudice – trova naturale collocazione, essendo strategico collegamento viario della zona Nord del capoluogo, ad alto rischio sismico ed in prossimità anche della zona industriale di Priolo Gargallo. L’ultima parola spetterà alla Corte dei Conti- spiega – che dovrà avallare la delibera regionale, che prevede per l’opera un finanziamento di 5 milioni 370 mila euro. Per accelerare l’iter, abbiamo già trasmesso il progetto, redatto dal nostro ufficio con la consulenza del prof. Antonio Badalà, della Facoltà di Ingegneria di Catania. La titolarità dei lavori – specifica Lo Giudice- sarà del Dipartimento regionale di Protezione civile, inclusa la procedura di aggiudicazione della gara e direzione lavori. Nel frattempo – assicura l’assessore- renderemo il transito lungo il breve percorso alternativo maggiormente sicuro. Si stanno valutando alcuni accorgimenti da prendere, anche in vista della brutta stagione, per migliorare l’illuminazione e per evitare che gli automobilisti, magari distratti, impattino contro le barriere new jersey in plastica che delimitano il tracciato”. Il viadotto fu chiuso al doppio senso di circolazione, con la successiva apertura del tragitto alternativo, a febbraio dello scorso anno, quando furono evidenti i segni di indebolimento dei piloni. Diversi i sopralluoghi che vennero eseguiti. Il 14 febbraio 2013, per fini cautelativi, l’amministrazione municipale, attraverso l’’ordinanza del settore Mobilità e Trasporti, la n.082/13, interdette il transito ai veicoli aventi una massa superiore a 7,50 tonnellate e l’obbligo di distanziamento minimo di 20 metri tra due veicoli che procedevano nello stesso di marcia. Disponendo, inoltre, il restringimento della carreggiata, a due corsie di 3 metri di larghezza per ciascun senso di marcia. Un provvedimento, seguito da un ulteriore, a distanza di poco meno di 10 giorni, precisamente il 22 febbraio, con cui si vietò nelle more del definitivo ripristino delle condizioni di esercizio dell’intero viadotto, il transito ai veicoli aventi portata superiore a 3.50 tonnellate. Limitazione tutt’oggi vigente. Il viadotto, risalente a oltre cinquant’anni fa, prima era di gestione dell’Anas, che all’incirca 10 anni fa lo cedette al Comune. E’ lungo circa 150 metri, con un piano viario di poco meno di 2 mila metri quadri. E’ costituito da 14 pile, realizzato in cemento armato gettato in opera. L’impalcato, vale a dire il piano dove scorrono le auto, è realizzato sempre in cemento armato di tipo gerber , gettato in opera. I cedimenti – spiega l’ing. Figura- si sono verificati proprio a carico dei cosiddetti piloni su cui poggia il ponte, per l’effetto della corrosione delle armature fuoriuscite. Il fenomeno che ha determinato il progressivo degrado è quello della carbonatazione del calcestruzzo, elemento poroso, che ha assorbito l’anidride carbonica presente nell’atmosfera, aggressiva in presenza del polo petrolchimico, che produce lo scollamento del materiale. A sua volta si deteriorano per esposizione agli agenti chimici ed alla salsedine anche le armature in ferro che si ossidano depotenziandosi. Proprio sulle pile si andrà ad agire con interventi di rafforzamento, che contribuiranno a migliorarne la resistenza ad eventuali sollecitazioni telluriche. Inoltre si rifaranno in acciaio i giunti in corrispondenza di ogni pila. L’impalcato, non altrimenti recuperabile, verrà costruito ex novo, conferendo maggiore sicurezza al piano viario che sarà dotato di dispositivi di sicurezza conformi alle normative vigenti”. Il cantiere che verrà aperto, inoltre, darà opportunità occupazionale a diverse unità operaie”. “Nell’ambito della programmazione comunitaria, ma nelle linee d’intervento 2014-2020, sempre in materia di Protezione Civile- aggiunge l’assessore Lo Giudice – tenteremo di fare finanziare la realizzazione di altre due importanti vie di fuga per la città. Una in prossimità della “circonvallazione” di Belvedere, sempre nell’area Nord, la seconda invece nella zona Sud, nelle vie che conducono alle zone balneari”, molte delle quali oggi divenute per alcuni cittadini residenziali. Abbiamo tutte le condizioni per vederle approvate, incluso il rischio idrogeologico”.
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