Sale la tensione da concorrenza “politica” tra i due candidati a sindaco di Siracusa Reale e Garozzo. Il candidato del centrosinistra – forse pure supportato da una buona parte del PDL, in un’ ottica di mescolanza bipartisan, non certo ideologica quanto piuttosto di approvvigionamento elettorale – ha invitato il suo ” rivale” al ballottaggio alle scuse formali, per aver lanciato accuse “infamanti” facendo allusioni a continuità “mafiose”. Una sorta di colpo basso, non atteso, né digerito, visto che il penalista si è contraddistinto finora proprio per la sua comunicazione quasi “sommessa”.
“Queste accuse sono di una gravità inaudita e squalificano il mio avversario umanamente e politicamente – scrive in un comunicato Garozzo -. Se Reale vuole dimostrarsi un candidato degno di amministrare Siracusa, capace di confrontarsi civilmente con i suoi avversari, pretendo che si scusi pubblicamente e immediatamente delle indegne e indecorose affermazioni che ha rilasciato ieri agli organi di stampa”. “Siamo purtroppo talmente abituati, nella nostra martoriata regione, a utilizzare la parola mafia che rischiamo di dimenticarne il significato”.
“Essere accostati ad una organizzazione criminale, responsabile dei peggiori attentati alla democrazia e alla libertà di questo paese è un fatto gravissimo. Non avendo intenzione di sedere allo stesso tavolo con chi si rende responsabile di tali dichiarazioni, in assenza di pubbliche scuse e di pubbliche ritrattazioni, saremo costretti a non partecipare al confronto organizzato per domani dalle associazioni Libera Discussione e La Città Sociale – Conoscere per Deliberare”. “Ci scusiamo con gli organizzatori e gli associati nonché con tutti i cittadini e gli organi di informazione, ma non possiamo sottovalutare la gravità delle accuse mosse dai nostri avversari”. “Senza una ritrattazione immediata di queste accuse infamanti – conclude Garozzo – vengono meno le condizioni minime di civiltà e rispetto che stanno alle base di un confronto pubblico per la città”. (MQ)
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