di Mascia Quadarella

SIRACUSA IN GIALLO
“IL GIOCO DELLE SETTE PIETRE” DI MINNELLA.
SIRACUSA ED I VICOLI INTRICATI E SUGGESTIVI DEL SUO CENTRO STORICO PRESTANO LE SCENOGRAFIE AL NOIR DEL GIOVANE SCRITTORE AGRIGENTINO ALBERTO MINNELLA CHE, EREDE ATTIVO ED ORIGINALE DI CAMILLERI E SCIASCIA, CONIA IL SUO COMMISSARIO PORTANOVA

Ha il sapore forte ed i contorni pittoreschi del giallo siciliano, “rinfrescato” dalla giovane età del suo autore, il “Gioco delle sette pietre”, il romanzo noir ambientato a Siracusa dallo scrittore emergente, di origini agrigentine, Alberto Minnella. Nelle 128 pagine, pubblicate dai Fratelli Frilli Editori, gli aloni di Sciascia e Camilleri sono visibili nelle colonne portanti del racconto: la trama, i protagonisti, le location, la morale. L’insieme, però, non manca di originalità, specie in quel viaggio introspettivo che compie il personaggio principale, che dipana le matasse del suo vissuto, districando, al contempo, garbugli di potere, intrichi personali, filati di passioni e vendette. E’ la notte del Capodanno del 1964 e la quiete del piccolo ed anonimo commissariato del capoluogo della provincia “babba” viene scossa da una telefonata che segnala un efferato delitto: l’omicidio di un noto ristoratore locale ad opera di tre loschi individui. Convulsi, forse un po’ scontenti di lavorare mentre gli altri festeggiano, il Commissario Paolo Portanova ed i suoi collaboratori si recano sulla scena del crimine, inedita, disarmante per chi dovrà condurre le indagini. Manca, infatti, il corpo della vittima del reato ed ogni traccia riconducibile agli autori dell’uccisione è stata cancellata. Seguirà un’avvincente attività investigativa, che farà emergere diverse debolezze umane. Minnella, è nato nel 1985, ha studiato musica moderna a Parigi, all’ Accademia di batteria Dante Agostini, già uno dei suoi romanzi, “Il negozio del fotografo”, è stato finalista del  Premio Città di Palermo. Conosciamolo

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Quando hai maturato la passione per la scrittura e quando hai capito che potevi mostrare agli altri, pubblicandoli, i tuoi romanzi? Ho scritto per tanti anni come giornalista di cronaca. Dopo l’ultimo lavoro al “Corriere di Sicilia”, solo per puro divertimento, ho iniziato a scrivere un breve racconto ambientato a Siracusa negli anni ’60 con protagonista il commissario Portanova. Da lì è nato il romanzo “Il gioco delle sette pietre”.

Chi è stato il tuo primo lettore? Il mio primo lettore, anzi la mia prima lettrice è stata Daniela, una mia cara amica con la quale da anni condivido un appartamento nel centro di Catania. È ancora la prima persona a cui faccio leggere i miei scritti.

Come nascono le tue opere? Non c’è un vero processo schematico nella nascita dei miei romanzetti. Di norma appunto un’idea, un canovaccio sulla mia Olivetti Lettera 32. In seguito, racconto la storiella ai miei amici più stretti (spesso davanti ad una buona pinta di birra rossa) e se la storia mi incuriosisce e mi affascina, allora, continuo e la scrivo in una ventina di giorni, circa (questa volta utilizzando il mio Mac).

La sindrome del foglio bianco…l’hai mai sofferta. Se sì in che periodo della tua vita? Non ho mai sofferto della sindrome del foglio bianco. Solitamente, le fesserie da scrivere non mi mancano mai.

Su quale supporto improvvisato “sui generis” hai tracciato i tuoi pensieri poi calati nelle tue opere? Non uso nessun supporto improvvisato e non prendo appunti di alcun tipo. Lascio che tutto fermenti nella mia testa. È una fortuna che poi riesca a ricordarmi tutto. Quasi tutto.

Quando e dove preferisci scrivere? Ogni giorno, per due ore piene, preferisco scrivere seduto sul divano a gambe incrociate, con uno sgabello a reggere il computer, musica jazz o classica nelle cuffie, una birra e del tabacco da fumare. Non mi serve altro. Poi, prego che ci sia almeno una frase da salvare.
Cosa stai leggendo ora? In questo momento sto per finite l’ultimo romanzo di Stephen King “Mr Mercedes”.
Cosa vorresti scrivere? Bè , il prossimo Portanova, ovvio.
Se dovessi scrivere un libro a quattro mani (in realtà due) quale autore contemporaneo o del passato sceglieresti? Con nessuno. Non credo che la scrittura di un romanzo sia un’attività collettiva. E poi è bene che ognuno si prenda da solo la responsabilità di aver ingolfato, con un altro romanzo di discutibile bellezza, la letteratura italiana.
Ti piacerebbe che i tuoi racconti divenissero plot di un film o di una fiction? Certo che mi piacerebbe, ma solo per una questione economica.

Lo scrittore moderno oggi è?…..(aggettivo per qualificarlo, qualificarti) ) Lo scrittore di oggi è molto spesso un blogger, a volte pessimo, improvvisatosi romanziere.

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