paolo italia (2)ATTUALITA’
di Mascia Quadarella
SCUOLA NELLA BARAONDA
Non se ne farebbe una questione di numeri, se i conti quadrassero senza trasformarsi in disservizi. Scuola italiana nel caos, altro che “patto educativo”, quest’anno si ricomincia con problemi vecchi e nuovi che riguardano l’organizzazione delle attività didattiche e gli insostenibili sottorganici
Il trillo della campana che darà l’avvio, in Sicilia, all’anno scolastico 2014-2015 è stato fissato per il 17 settembre. Non cambia di molto, anzi peggiora, rispetto al passato, lo scenario organizzativo della scuola aretusea, caratterizzato dalla penuria di nuove immissioni in ruolo, rispetto al reale fabbisogno di risorse umane (insegnanti e personale Ata); dal rischio di sovraffollamento, le cosiddette “classi pollaio”; dall’ipercarico lavorativo del personale educativo a fronte di stipendi da fame; da dirigenti scolastici costretti, dietro il penalizzante alibi dell’autonomia, a fare funambolismi gestionali per garantire lo svolgimento delle lezioni, che continuano in troppi istituti a svolgersi in condizioni strutturali non certo sicure. A questo quadro atavicamente negativo, si aggiunge anche l’affidamento dell’amministrazione dell’ex Provveditorato agli Studi, ad un unico dirigente, Emilio Grasso, chiamato ad operare oltre che nella nostra, anche nelle due impegnative province di Ragusa e Messina e messo nelle condizioni, dunque, di non poter rispondere, almeno celermente, alle istanze del territorio. “Per non smentirsi, l’inaugurazione del nuovo anno didattico è stata anticipata da un clima d’intensa confusione, che non ha agevolato, anzi ha demotivato i naturali addetti ai lavori” – come sottolinea Paolo Italia, segretario provinciale della FLC, la Federazione Lavoratori della Conoscenza della CGIL.
I NUMERI DEL POPOLO STUDENTESCO E DELL’ORGANICO DI DIRITTO
In base alle iscrizioni registrate dal XVII Ufficio Ambito Territoriale per la provincia di Siracusa, dell’Ufficio Scolastico Regionale, saranno 61 mila 142 gli alunni che comporranno quest’anno la popolazione studentesca locale, dalla materna alle superiori. Nel dettaglio: 9.811 bambini frequenteranno la scuola dell’Infanzia, che in provincia ha ben 447 sezioni affidate a 951 insegnanti; 18.894 allievi andranno, invece, alla primaria(elementari), che nei vari istituti della provincia prevede 920 classi, con 1229 docenti ordinari e 288 di sostegno assunti come organico di diritto. Inizieranno e concluderanno le medie (secondaria di 1°) 12.307 ragazzi/e distribuiti in 579 classi , seguite da 1281 professori; 20.130 giovani occuperanno i banchi delle 1004 classi delle superiori ( secondaria di 2°), a cui sono stati associati 2004 docenti. “Il caos ha caratterizzato, sotto il profillo sindacale ed umano, il comparto della pubblica istruzione, già nei primi mesi di questo rovente settembre- approfondisce Italia-. L’organico di diritto nella nostra provincia si aggira intorno alle 7.800 unità, ben lontane dall’essere raggiunte. Le statistiche parlano chiaro. Rispetto ai pensionamenti, troppo poche sono le assunzioni fatte.
POCHE ASSUNZIONI, TANTI TAGLI, PENSIONAMENTI FORZATI
Quest’anno le immissioni in ruolo sono state soltanto 144 – informa Italia-. Nello specifico, sono stati assunti 128 docenti ( 16 per l’infanzia; 9 per la primaria; 37 di sostegno; 37 per la scuola media inferiore; 29 per le superiori) e 16 dipendenti ATA, che non coprono certo il turnover. Da 71, fino allo scorso 31 agosto, le dirigenze scolastiche, dal primo di questo settembre, sono passate a 69 (le autonomie sacrificate riguardano due istituti comprensivi di Francofonte e Rosolini). Una cura dimagrante avviata già dal 2008, quando erano ben 98. Malcontenti e disagi non hanno risparmiato né gli aspiranti da collocare né tanto meno i candidati alla pensione. Per il reclutamento del nuovo personale, infatti, dopo 4 circolari ministeriali poco chiare, a tratti controverse, a poche ore, se non addirittura minuti, dalla stipula di nuovi contratti non si sapeva questi precari da stabilizzare da quale gruppo dovevano essere selezionati. Si è giunti, poi, alla conclusione, di prelevare il 50% dei docenti da assumere dalla graduatoria del Concorsone indetto, nel 2012, dal Ministro Profumo ed il 50% dalle liste provinciali, tenendo conto, però, dell’aggravante di dover restituire, con calcolo aritmetico, tutte quelle cattedre che lo scorso anno, invece di essere assegnate ai vincitori del concorsone, i cui elenchi per alcune materie di insegnamento non erano ancora pronti e definitivi ( lettere; sostegno, primarie ed infanzia), erano passate, come rimedio di emergenza, ai candidati delle graduatorie territoriali .Per questo motivo si sono verificati episodi spiacevoli, che hanno creato panico agli aventi diritto. Altri punti interrogativi hanno riguardato i Quota 96( circa 60 nella provincia) , vale a dire quegli insegnanti che si credevano pronti per il pensionamento ma che sono costretti a rimanere in servizio altri anni per “un’imperfezione tecnica” della Riforma del Lavoro firmata dalla Fornero. A questi si affianca il problema, invece, di tutti quegli insegnanti che non hanno raggiunto il monte anni contributivo per arrivare a ricevere il minimo previdenziale ma hanno età anagrafica per non esser più rattenuti in servizio e loro malgrado vengono messi in quiescenza”. E’ una scuola ferita, che va avanti grazie ai cerotti messi da uomini e donne di buona volontà che fanno del loro lavoro una missione non solo educativa ma sociale, anche se percepiscono le paghe più basse d’Europa, con compensi non rivalutati dal 2006”.

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